Nel corso della sessione parlamentare straordinaria, entrambe le camere discuteranno una mozione volta a “correggere il cambio di prassi per le domande d’asilo delle cittadine afghane”. Il Soccorso operaio svizzero (SOS) si impegna affinché le donne e le ragazze afghane ottengano l’asilo, poiché la loro situazione è peggiorata drammaticamente.
Dalla presa del potere da parte di talebani, le donne e le ragazze sono soggette a crescenti restrizioni e divieti che violano in modo massiccio i loro diritti fondamentali. Il SOS lavora nel campo dell’integrazione sociale e professionale e conosce la situazione dei rifugiati. È innegabile che in Afghanistan, le donne e le ragazze sono discriminate a causa del loro genere. Zahra, una giovane afghana che è stata supportata da SOS Ticino nel suo percorso in Svizzera, è fuggita dal suo paese quando, proprio perché di genere femminile, le sono stati negati i diritti. Le ragazze non possono più andare a scuola, le donne non possono uscire di casa senza essere accompagnate da un uomo e non possono lavorare.
Alla luce del costante deterioramento della situazione delle donne e delle ragazze in Afghanistan, nell’estate del 2023 la SEM ha deciso di modificare la propria prassi: dal 17 luglio, non è stato concesso loro solo lo statuto di “ammissione provvisoria”, ma l’asilo. Tale statuto garantisce loro sicurezza e facilita, ad esempio, il ricongiungimento familiare.
Il Soccorso operaio svizzero accoglie con favore questo cambiamento, ma ritiene che sarebbe dovuto avvenire prima. Deplora le mozioni presentate dai partiti di destra al Consiglio degli Stati e al Consiglio nazionale con le quali si chiede una correzione di tale prassi. Siccome la SEM è l’autorità compete in materia, non spetta al Parlamento decidere in merito alla prassi in tema di asilo. Il timore che questo cambiamento di prassi possa avere un effetto attrattivo verso la Svizzera è infondato. Inoltre, le donne afghane ottengono già asilo in altri paesi europei. Ci auguriamo che le donne elette al Parlamento dimostrino solidarietà nel difendere i diritti e le speranze delle donne afghane.
Il SOS raccomanda vivamente di respingere le mozioni 23.4247 e 23.4241, che probabilmente saranno discusse il 19 dicembre dal Consiglio nazionale e il 20 dicembre dal Consiglio degli Stati.